Monopoli e dintorni, tra contrade e ulivi
Sommario
- L’entroterra di Monopoli
- Le contrade
- La piana degli ulivi
- Le masserie fortificate
- Masseria Caramanna
- Masseria Spina Grande
- Altre masserie
La città di Monopoli, a 40km a sud di Bari, si estende per una superficie di 157,89 km².
Man mano che ci si avvicina alla costa, ad arrivare al centro storico che è proprio a ridosso di quest’ultima, il suo territorio presenta una forte inclinazione che delimita quindi due territori distinti: uno pianeggiante denominato Marina che si estende verso il mare, ed uno sollevato che forma una sorta di tavolato che si spinge verso l’interno fino ad una altezza di 418m nella contrada di Aratico.
L’entroterra di Monopoli
Due paesaggi distinti con altrettanto distinte peculiarità: il primo è particolarmente adatto al turismo balneare ma anche artistico/storico/culturale per la presenza massiccia di tracce della storia passata.
La restante parte, rurale, è fatta di masserie, chiese ed insediamenti rupestri, ville ed immensi terreni coltivati nei quali ulivi, mandorli, alberi da frutto ed ortaggi vari la fanno da padroni, abbraccia il centro abitato con le sue campagne, estendendosi per più di 15.000 ettari.
Questa parte è caratterizzata dalla presenza di novantanove Contrade (dal latino cum strata, case che confluiscono sulla stessa strada) che si sviluppano attorno al centro urbano a ventaglio: piccole unità territoriali che raccontano, nei loro nomi, la presenza di una chiesa scomparsa o di una masseria in rovina o quella di un albero maestoso e sono indicatori storici di grande interesse.

Le contrade
La contrada Conchia ad esempio, fa riferimento alla conformazione del suo stesso territorio, caratterizzato da una depressione naturale del suolo, concava appunto, o per l’imponente coltivazione di fave, dal latino conchis. La contrada Losciale è il luogo dello Sciale, ovvero delle sorgenti d’acqua affioranti in prossimità del mare; alcune contrade prendono invece in prestito il loro nome da frutti di particolare pregio, è il caso di contrada Zingarello che onora il nome di una pregiata varietà di fioroni. Caratteristici i canti delle contrade, nati nell’Ottocento sulla base di una composizione corale legata alla festa del raccolto. Essi sono perlopiù sfottò e motteggi che col riso esorcizzano la fatica ed i dispiaceri della vita.

La piana degli ulivi
Man mano che ci si avvicina alla lunga costa di monopoli, ci si imbatte in una cospicua ed ininterrotta presenza di ulivi plurisecolari. La piana degli Ulivi, detta Marina, è stata disciplinata in piantate, estensioni di ulivi delimitate da parchi e pezze più piccole. Nel 1754 a Monopoli furono censiti 7692 ettari di uliveti. La presenza dell’Ulivo in questo territorio è ampiamente dimostrata dal ritrovamento di contenitori adibiti al trasporto ed alla conservazione dell’olio durante le prime migrazioni greche. Nel 1992 sono stati rinvenuti alcuni noccioli carbonizzati di olea europea databili 1300 1150 a.C.
Gran parte della manodopera per la produzione dell’olio proveniva dai pescatori: durante i più freddi mesi invernali, quando la disoccupazione bussava alla porta di molti, la produzione dell’olio ed il chiuso dei frantoi, erano una buona soluzione per il sostentamento.

Le masserie fortificate
L’immensa estensione di uliveti è intervallata dal bianco austero delle Masserie fortificate, più di duecento, strutture di presidio difensivo ed agricolo delle campagne, sorte per lo più tra il 1610 e 1690 in concomitanza con l’aumento delle colture legnose: olivo, mandorlo, carrubo. La loro funzione era strettamente connessa a quella delle torri di avvistamento lungo la costa.
Entrambi erano strumenti di difesa per lo più dagli attacchi dei Turchi che dal XV al XVIII secolo hanno battuto tutte le coste adriatiche. Dopo l’attenuarsi del pericolo turco la maggior parte delle masserie finirono nelle mani degli ecclesiastici che le trasformarono da strutture difensive a strutture ricche di decoro e sfarzo.
Masseria Caramanna
Tra le Masserie più note abbiamo Masseria Caramanna, che con la sua doppia scalinata settecentesca accoglie il visitatore; nel punto in cui si incontrano le sue rampe, si innalza una palma creando una suggestiva atmosfera.
Il suo nucleo principale è rimasto inalterato ed il suo nome rivela antiche origini Longobarde (cara – lancia e man -uom, ovvero uomo–lancia, lanciere).
Masseria Spina Grande
Masseria Spina Grande è ricordata immediatamente per il colore rosso acceso di cui è dipinta. Singolare risulta il suo orientamento che nonostante la vicinanza al mare, sia diretto ai monti. Attualmente è di proprietà di una nobile famiglia locale e in una vetrina mostra antichi utensili utilizzati per il lavoro della terra.
Altre masserie
Abbiamo poi Masseria Spina Piccola che è una semplice torre di fortificazione a due piani, risalente alla fine del quattrocento.
In molte strutture è possibile scorgere, ben protetto dalle mura, un agrumeto, come in Masseria Garrappa, oggi adibita a struttura turistica.



Il territorio della Valle degli Ulivi è attraversato da Lame, solchi vallivi dovuti all’azione erosiva delle acque piovane che dalle colline si proiettano verso il mare. Nel X secolo, lungo i versanti laterali delle lame, vennero scavate delle grotte, adibite a mulini, concerie, abitazioni, magazzini e stalle, alcuni decorati da affreschi e rappresentazioni di immagini sacre.
Laddove gli ulivi si diradano si fanno spazio gli orti: distese di cavoli, insalate, cicorie, sedani, ravanelli ed altre varietà ortive colorano il paesaggio di ogni varietà di verde.